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Lettera di Pascali a Pistoletto

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Note di Pino Pascali
In una civiltà di consumo le immagini assurgono (falsamente) a simboli e creano quel fenomeno tipico che definisco (per) “RETORICA DELL'IMMAGINE”. Per questo ho scelto il “CANNONE”, la “BOMBA”, le armi. Esiste intorno ad esse tutta una rappresentazione simbolica che la pittura figurativa ha utilizzato al massimo deconnotando meramente l'oggetto. Tanto più il soggetto è avvolto in questo magma di retorica tanto più per me è importante “RECUPERARLO”. Per questo credo sia necessaria un'azione critica in cui il recupero dell'oggetto sia basato nelle capacità oggettuali del mezzo linguistico. Penso che il problema è di ripulire l'immagine da qualsiasi attributo e simbolo ricollocandolo nella sua presenza oggettuale. Perciò con la mia azione di scultore cerco di recuperare dall'immagine di consumo del cannone e della bomba quella presenza oggettuale che mi interessa.
CANNONE=C+A+N+N+O+N+E / BOMBA=B+O+M+B+A
Come una parola fatta di tante lettere le mie armi sono fatte con tanti oggetti.
Il cambio di un'automobile può essere un affusto. Le ruote di un camioncino le ruote di un cannone. Il carburante di un'auto il telemetro di un semovente. Una strozzatura di un tubo di idraulica può essere il raccordo di una bocca da fuoco. Un parastrappi, un semiasse, un pistone di motore, una centina ad uno sportello d'aereo, una cassetta di ferri da lavoro ed altri “oggetti trovati” possono divenire parti integranti di una struttura bellica collocati in maniera differente della loro usuale utilizzazione. Quello che manca, quello che non trovo già fatto lo costruisco in legno o ferro, a secondo come penso sia meglio. Alla fine per distruggere ulteriormente le differenti presenze di tutti questi oggetti ben precisi ed autonomi per strutturare l'IMMAGINE in una sola unità li vernicio completamente con la stessa vernice standard “CACKI-OLIVA” usata dall'esercito. Tanto più sembrano veri tanto più la mistificazione è riuscita.
PINO PASCALI

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