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Pino Pascali. The graphic behind the artist

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Synaesthetic Magazine

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by Lorenzo Ottone

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Pino Pascali. Disegnare una fotografia

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Pino Pascali. Disegnare una fotografia
a cura di Roberto Lacarbonara

22 marzo – 30 giugno 2024

Frittelli arte contemporanea
via Val di Marina 15, 50127, Firenze

 

Frittelli arte contemporanea è lieta di presentare la mostra Pino Pascali. Disegnare una fotografia a cura di Roberto Lacarbonara, realizzata in collaborazione con l’Archivio dell’Opera Grafica di Pino Pascali (Firenze), la Fondazione Pino Pascali (Polignano a Mare) e gli archivi fotografici di Claudio Abate (Roma), Elisabetta Catalano (Roma), Marcello Colitti (Roma) e Ugo Mulas (Milano).

In quella straordinaria fucina sperimentale del disegno animato che ha caratterizzato l’esordio del linguaggio pubblicitario nella televisione italiana degli anni Cinquanta e Sessanta, il ruolo di Pino Pascali (Bari, 1935 – Roma, 1968) rappresenta un passaggio dirompente, in grado di innovare la narrazione, l’immagine e il dinamismo dei soggetti, attraverso una produzione ironica, a tratti sofisticata, sempre dotata di grande invenzione e genialità.
Il recente ritrovamento dell’intera sequenza delle tavole originali di Intermezzo 23 – un corto animato disegnato da Pascali per la casa di produzione Lodolo Film nel 1966 e destinato al neonato contenitore pubblicitario del Secondo Canale RAI dal titolo Intermezzo – è all’origine di questa mostra che, per la prima volta, raduna l’intero ciclo di ideazione, progettazione e sviluppo grafico del film, esponendo 51 scene, integralmente ricostruite, composte da pitture acriliche su acetato e grafite su carta.
Protagonisti del curioso “siparietto” ideato da Pascali sono i noti Postero’s, personaggi provenienti da un improbabile “futuro arcaico” alle prese con la scoperta di oggetti archeologici datati “diecimila anni fra”. Adoperando un’antica macchina fotografica a soffietto, un borioso militare, il “Gran Generale”, è in posa al cospetto del fotografo che dispone le attrezzature per uno scatto celebrativo. La realizzazione di questa fotografia si rivela piuttosto problematica, incorrendo nelle ire del Generale che ricorre a esilaranti tentativi al fine di raggiungere – invano – un’immagine appagante, degna di un così celebre committente.

La storia di questa “mancata fotografia” diventa spunto e occasione per indagare il frequente ricorso di Pascali al mezzo fotografico, osservando come l’artista abbia operato, in molteplici occasioni, al di qua o al di là dell’obiettivo: come attore in posa per un film, come interprete performativo accanto alle proprie sculture, come fotografo che cattura immagini per un progetto pubblicitario, o come – nel caso di Intermezzo 23 – un illustratore impegnato a “disegnare una fotografia”.
Accanto ai bozzetti di Postero’s e a una selezione di disegni caratterizzati dall’impiego di supporti, tecniche e materiali fotografici – pellicole, carte emulsionate, ingrandimenti, stampe a contatto, fotogrammi, fotopitture – l’esposizione propone una raccolta di scatti provenienti dalla Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare, direttamente eseguiti dall’artista tra Roma e Napoli nel 1965-66, in occasione della produzione pubblicitaria di un carosello per l’azienda Cirio. In mostra anche le immagini filmiche e fotografiche di Pascali nei panni di Pulcinella e di Pazzariello, due maschere napoletane interpretate per lo stesso carosello.

Dalla collaborazione con gli archivi di grandi fotografi italiani – che operarono accanto a Pascali negli anni dell’intensa produzione artistica tra il 1964 e la scomparsa a soli 33 anni nel 1968 – provengono gli scatti di Claudio Abate, Elisabetta Catalano, Marcello Colitti e Ugo Mulas: straordinarie immagini che testimoniano la felice e spontanea performatività dell’artista pugliese di fronte all’obiettivo, non senza indossare stravaganti maschere e travestimenti.


Pino Pascali. Disegnare una fotografia
22 marzo – 30 giugno 2024
orari: dal lunedì al venerdì 10 – 13 | 15 – 18
sabato, domenica e festivi su appuntamento

Per informazioni:
Frittelli arte contemporanea
via Val di Marina 15 – 50127 Firenze
tel. 055 410153 | Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
www.frittelliarte.it

 

Pino Pascali. Io cerco di fare ciò che amo fare

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baronissi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PINO PASCALI
Io cerco di fare ciò che amo fare
a cura di Massimo Bignardi

Museo-FRAC Baronissi
15 dicembre 2018 – 10 febbraio 2019

inaugurazione sabato 15 dicembre ore 19:00

Sabato 15 dicembre, alle ore 19:00 presso la Sala delle conferenze del Museo-FRaC Baronissi, Gianfranco Valiante sindaco di Baronissi e Massimo Bignardi, direttore del museo, presenteranno la mostra Pino Pascali. Io cerco di fare ciò che amo fare, promossa in occasione del cinquantesimo anniversario della morte avvenuta nel 1968, all’età di trentatré anni non ancora compiuti. La mostra realizzata con il sostegno della Regione Campania, gode del patrocinio del Dipartimento di Scienze storiche e dei Beni culturali dell’Università di Siena; della Fondazione Museo Pino Pascali di Polignano a Mare e dell’Archivio Pino Pascali di Firenze.
L’esposizione, curata da Massimo Bignardi, propone oltre quaranta opere tra dipinti, disegni, bozzetti di scenografie e di spot pubblicitari per la televisione, realizzati da Pascali nell’arco di tempo che, dal 1959, giunge al 1968: è un percorso espositivo che attraversa gli anni Sessanta, una stagione carica di grandi novità sia sul piano culturale, innanzitutto artistico, sia sul piano di una nuova ed entusiasmate realtà sociale ed economica. Un percorso che dà piena testimonianza di tale momento: i disegni per gli spot pubblicitari per l’allora neonato Carosello, le campagne pubblicitarie per la Cirio, l’Algida eccetera ci offrono la possibilità di percepire l’entusiasmo e la capacità propositiva che in quel decennio l’Italia faceva registrare.
“Una mostra di grande rilievo nazionale – rileva Gianfranco Valiante nella presentazione al catalogo – questa che oggi, il Museo-FRaC Baronissi, ospita nelle sue sale in occasione del cinquantesimo anniversario della prematura morte di uno dei grandi artisti contemporanei: Pino Pascali. Una mostra coraggiosa anche sul piano specifico dell’opera di Pascali, rivolgendo l’attenzione, non agli aspetti ben noti della sua esperienza artistica, così come da tempo fa con eco internazionale la Fondazione Museo Pino Pascali di Polignano a Mare, bensì restringendola all’esercizio del disegno che ci mostra un artista calato pienamente nella realtà che l’Italia vive negli anni del ‘miracolo economico’.[…] Una esposizione che è stata realizzata, e come non avrebbe potuto essere diversamente, grazie a quanti hanno dato la loro disponibilità a collaborare sia con il prestito delle opere, sia con l’adesione al progetto concedendo il patrocino, sia con l’intenso studio e la ricerca. […]  La storia e l’immagine di una città affiora nitida nel tempo, quanto più i suoi amministratori rivolgono attenzione e cura alla cultura: il nostro è un impegno che ci sollecita ogni giorno dell’anno”.
La mostra fonda quindi sulla grande, in parte poco riconosciuta dalla critica, esperienza di grafico pubblicitario, di pittore che si inserisce in un momento di passaggio, significativo per quando riguarda i linguaggi dell’arte che registra l’invadenza della ‘lingua’ dell’arte americano.
“Sono questi – scrive Bignardi – gli anni nei quali lavora, come grafico e scenografo di spot pubblicitari, Pino Pascali: è un’esperienza che lo impegnerà in una frenetica ricerca creativa, avviata già all’indomani del 1959, quando lascia gli atelier dell’Accademia di Belle Arti di Roma e che proseguirà fino agli ultimi giorni della sua vita, recisa, non ancora trentatreenne, da un tragico incidente nel settembre del 1968. Dieci anni di segni lasciati su un repertorio straordinariamente vasto di materiali e di supporti; un segno non disciplinato da uno stile autoreferenziale, quanto in continua evoluzione. Pascali come il funàmbolo nietzschiano corre sul filo teso che attraversa l’intero decennio Sessanta, da un lato all’altro, cioè tra momenti distanti che testimoniano, ciascuno, i tempi di una generazione: un anno prima, nel gennaio del 1967 in una stanza di albergo a San Remo, dopo che la sua canzone Ciao amore ciao, viene  eliminata dal Festival della canzone italiana, Luigi Tenco si toglie la vita; nel maggio del 1968 Parigi è assediata dagli slogan di studenti, di giovani pronti a disegnare un nuovo domani. Una protesta che, in brevissimo tempo inonderà l’intera Europa. Il Sessantotto, però leggendolo a distanza di cinquant’anni e riassaporando l’entusiasmo dei miei quindici anni, è stato un’energia priva di progetto. Ha pienamente ragione Franco Ferrarotti, quando scrive che “è stato una protesta che non è riuscita a farsi progetto, cioè programma con le sue fasi evolutive, con le sue scadenze nel tempo”.
In questa cornice si è mosso dunque Pascali, come un funambolo, dicevo, che di Nietzsche non veste tanto i panni del ‘superuomo’, la figura con la quale s’imbatte Zarathustra nella prefazione narrativa, bensì come una figura che si sente fuori dalla massa, pronto a vivere il mondo di un suo orgoglio. Un funambolo, pronto a correre su un filo che per Philippe Petit “non è ciò che si immagina. Non è l’universo della leggerezza, dello spazio, del sorriso. È un mestiere. Sobrio, rude, scoraggiante”: tale è il lascito che Pascali ha consegnato all’arte contemporanea. Un lascito che include a pieno titolo, accanto a quella di scultore, l’intera esperienza di grafico e di grafico pubblicitario per la televisione, della quale questa mostra, pur facendo leva su un ristrettissimo repertorio di dipinti, disegni, bozzetti, prove di animazione realizzate su fogli di acetato, dà conto. Ho cercato di far trasparire, dal nucleo di opere proposte sia la gamma di soggetti ai quali Pascali era interessato, sia l’attrattiva di materie pittoriche e di materiali che sollecitavano il suo immaginario, forte del potere delle immagini che sosteneva la sua fantasia nel tentativo di ‘resistere nel vuoto’ come egli stesso affermava”.


Eventi, didattica e visite guidate:  Associazione Culturale “Tutti Suonati”
Orario di apertura: lunedì-giovedì ore 9:00/12:30 lunedì e giovedì anche ore 16:00/18:30
venerdì e sabato: ore 10:00 /13:00; 17:00/20:00 domenica e festivi: ore 10:00/13:00; 17:00/21:00

Info: Convento Francescano SS. Trinità, 84081 - Baronissi
Settore Affari Generali ed Amministrazione Strategica – Servizi alla Persona, Comune di Baronissi  - tel. 089 828209 – fax 089 828217 E-mail: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. - Sito Web: www.comune.baronissi.sa.it

 

PINO PASCALI geniale fluidità

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genialita

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Galleria Edieuropa QUI arte contemporanea
piazza Cenci 56 - Roma
tel 06 64760172

Inaugurazione venerdì 19 ottobre 2018 ore 18.00

La mostra resterà aperta fino al 31 dicembre
orari: dalle 11.30 alle 19.00 - chiuso sabato e festivi

Si inaugura venerdì 19 ottobre 2018 la mostra “PINO PASCALI geniale fluidità” alla Galleria Edieuropa di Roma.
Con oltre quaranta opere tra pittura (collages, smalti, pastelli, bitume, encausto) e scultura (stoffa, cartone, metallo, masonite), la mostra vuole rendere omaggio al geniale e poliedrico artista pugliese, uno dei più importanti esponenti dell’arte povera italiana, nel giorno del suo compleanno e rientra nel circuito delle numerose manifestazioni culturali in occasione del cinquantenario dalla sua precoce scomparsa.
Il primo incontro della Galleria – allora Editalia – con Pascali avvenne nel 1967, in occasione della storica mostra “La Terza Dimensione: Kounellis, Livi, Lombardo, Lorenzetti, Pascali ed Uncini”, a cura di Marisa Volpi Orlandini.
In questa occasione l‘abbiamo voluto ricordare in catalogo con le parole dei compagni d’arte Kounellis, Cintoli e Mattiacci – che Marisa Volpi invitò a rendergli omaggio nel numero di marzo del 1969 della rivista “QUI arte contemporanea”– accompagnate da un testo di Claudia Lodolo, sull’importanza per Pascali dei dieci anni di lavoro nella pubblicità.
Scultore, scenografo, grafico pubblicitario e performer, Pascali è noto al pubblico e alla critica internazionale per aver saputo coniugare, in modo geniale e creativo, forme primarie e mitiche della cultura e della natura mediterranee, con le forme infantili del gioco e dell’avventura.
Dal punto di vista pittorico, ben presenti in mostra sono gli “Animali della preistoria, dello zoo e del mare” con opere come Rinoceronte e Giraffa, Conchiglia, Coccodrillo e Muflone, tutti del 1964, Balena Mare Mare ed Orso, entrambi del 1964-65; i famosi “Giocattoli di guerra” come
Soldatino del 1963, Cannone e Missile, entrambi del 1964-65, e Soldato del 1966 e le celebri “Maschere” : Moschettieri, Hawaiane e Robot del 1963, Arlecchino del 1964.
Costante è inoltre il rimando alle icone della dilagante cultura di massa, come il fumetto, la moda, il cinema – con Movie Movie del 1967 – ben rappresentato anche attraverso le sue ‘false sculture’, realizzate con materiali fragili ed effimeri: Milord del 1965 e Soldato del 1966.
Originale è poi la sua risposta critica alle nuove tendenze che venivano dall’America, in primis dalla Pop Art, con l’opera su tavola Jasper del 1964.
La mostra “PINO PASCALI geniale fluidità” intende dunque porre l’accento sulla poliedricità tematica e creativa dell’artista pugliese, capace – come pochi – di esprimersi attraverso linee espressive così diverse fra loro.
Un aspetto spesso sottovalutato di Pascali è la sua attività di grafico per la pubblicità cinematografica e televisiva, svolta ininterrottamente dal 1958 al 1968. Come sottolineato da Claudia Lodolo in catalogo “Pino Pascali ha lavorato su commissione per la PROA, per la INCOM, per la RAI, accanto a Cesarini da Senigallia, e soprattutto con Sandro Lodolo, prima in società con Ermanno Biamonte, poi con Massimo Saraceni con cui fondò la Lodolo-Saraceni Cinematografica e, dopo lo scioglimento di questa, seguendo Sandro Lodolo, con la Lodolofilm.
Il materiale raccolto e conservato è la testimonianza di un percorso graduale, costante e determinato alla ricerca di un sintetismo giocato sul rigore della forma e sulla fantasia infantile che in Pino coabitano insieme, dando forma ad opere che si sviluppano sempre dal ricordo irruente dei giochi di quando era bambino”.
Tra le opere esposte in galleria, le Scenografie per l’Algida del 1959-60 ed alcune fotografie in bianco nero scattate per i numerosi “Caroselli” – studiati, progettati e curati in quegli anni – mostrano come il lavoro su commissione di Pascali nel campo pubblicitario abbia effettivamente offerto “un’importante base stilistica e di indagine espressiva sulla quale si andrà via via costruendo il suo estro e la sua espressività scultorea”.

 

Pino Pascali. FOTOGRAFIE

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OPENING VIRTUALE DAL 6 MAGGIO 2020 su museovirtualepinopascali.it

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Dopo il successo ottenuto alla 58^ Biennale di Venezia, la Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare presenta la mostra virtuale “Pino Pascali. Fotografie”: ad ospitare il progetto sarà la piattaforma museovirtualepinopascali.it realizzata in collaborazione con myphotoportal e inaugurata lo scorso 30 marzo con il progetto fotografico Camera con vista.
La mostra è dedicata alla ricerca fotografica di Pino Pascali, un aspetto dell’indagine artistica e pubblicitaria fino a qualche tempo fa in gran parte sconosciuto e inedito.
Presenti oltre 90 immagini realizzate e stampate dall’artista nel 1965 quando, da tempo impegnato nell’attività grafica per la Lodolofilm, intraprende un viaggio tra Napoli, Capri e Ischia per realizzare il suo primo reportage fotografico destinato alla produzione di uno spot-carosello per la grande industria alimentare di conserve italiane, Cirio.
L’obiettivo della ricerca è subito chiaro: evidenziare i caratteri della tradizione napoletana all’interno di una prorompente connotazione emozionale. Il viaggio diventa una vera e propria ricognizione del paesaggio urbano e portuale; non dunque una semplice raccolta di immagini per un montaggio da studio, bensì un illuminante incontro con l’immagine.
In questa sequenza di scatti c’è una storia tutta italiana: ci sono i tanti volti ritratti e le botteghe tra i vicoli, le passeggiate nelle piazze e i giochi dei bambini tra le strade, le piccole imbarcazioni nei porti e gli imponenti traghetti, i palazzoni che ridisegnano la periferia e la segnaletica che cambia. E c’è una società che, negli anni di grande risveglio sociale e culturale, si trasforma con grande rapidità e con intensa fiducia.
Ma non è tutto. Negli scatti napoletani e in alcune fotografie realizzate a Roma (tra Trastevere, Campo de’ Fiori e Villa Borghese) Pascali raccoglie anche numerosi “dati grezzi”, utili per la ricerca scultorea: rapidi appunti visivi, annotazioni fissate con immediatezza, già destinate a divenire plasticità di opera d’arte. La mostra si articola in sezioni tematiche che ripercorrono i temi affrontati da Pino Pascali nell’arco della sua carriera artistica: “Cose d’acqua”; “Finte sculture”; “Geometrie e moduli”; “Il porto, le barche, il mare”; “Segni, lettere e numeri”; “Giochi d’infanzia”; “Il teatro e la maschera” ed è accompagnata dai testi dei curatori Antonio Frugis e Roberto Lacarbonara estrapolati dal libro Pino Pascali. Fotografie (Postmediabooks, 2018).
L’acquisizione, da parte della Fondazione Pino Pascali, del Fondo Fotografico (143 stampe vintage che si uniscono alle precedenti 23) e del Fondo del Video Pubblicitario di Pino Pascali (13 caroselli originali oggetto di recente restauro) è stata resa possibile dalla preziosa donazione da parte di Carla Ruta Lodolo, da anni vicina all’artista e alla Fondazione che lo rappresenta nel mondo.


 
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